I fonditori

Dettagli
Alfonso Canciani (Brazzano/Cormons 1863 - Trieste 1955)
I fonditori
Tecnica: bronzo
Data acquisizione: 1938
Provenienza: acquistato dal Museo
Inventario: 2480
Dimensioni
Altezza: 40

I fonditori

Descrizione

Le due statuette fanno parte del gruppo Quattro lavoratori del ferro e del fuoco che comprende altre due figure maschili erette recanti strumenti di lavoro utilizzati nelle fonderie. Furono acquistate nel 1938 quando l’artista, ormai anziano, viveva a Trieste dove nel 1919, tornando da Vienna, aveva trovato un posto di insegnante. La caduta dell’Impero aveva posto fine, infatti, a una brillante carriera iniziata ai primi del secolo nell’ambito della Secessione. Il gruppo fu replicato più volte e utilizzato dall’artista stesso per elaborare diverse composizioni, anche di carattere funerario. Venne esposto in molte mostre sia a Vienna che in Germania e in Italia. Oggi, le due non possedute dal Revoltella, si possono reperire in collezioni private di Udine e Cormons.
Fin dagli esordi Canciani aveva dimostrato un vivo interesse per la poetica del lavoro e già nel 1890, durante gli studi accademici a Vienna, aveva ottenuto un premio per l’opera Alla sera (lavoratore stanco). Il tema – dopo un lungo periodo dedicato soprattutto all’impresa del Dante, il monumentale gruppo in gesso esposto alla Biennale del 1899 – era stato ripreso nel 1902 con alcune figure (Marinaio, Fabbro, Lavoratore stanco con mazza, Il battimazza) ora disperse, molto simili a quelle realizzate nel 1907 per il gruppo dei Quattro lavoratori.
I lavoratori di Canciani, come già in altro modo i lavoratori dello scultore belga Constantin Meunier, a cui si possono accostare, hanno un profondo significato simbolico: sono rappresentazione (Darstellung) ed immagine-modello (Bild) degli uomini che conservano la dignità anche nell’affanno; a differenza del borghese, la cui vita si dissolve sempre più nella parte dello spettatore, il lavoratore è colui che agisce mutando l’aspetto del mondo. Ciò che distingue l’uomo, dunque, è il lavoro e l’arte è uno dei più nobili lavori che sia dato all’uomo. Lo scultore stesso evoca Vulcano, l’uomo del fuoco, l’uomo della fucina, del bronzo in fusione, il personaggio virile che forgia il granito a colpi di mazza. La sua opera più di qualunque altra assume un tono drammatico, di azione: la scultura deve celebrare il lavoro e «contribuire al bene e nobilitare i cuori, predicare la carità e l’amore, glorificare ogni sforzo di elevazione morale».
Di Alfonso Canciani il Museo Revoltella possiede anche il Ritratto del pittore Adolfo Levier, 1923, bronzo, 44×25,5×26 cm, inv. 2209.

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