Nudo di schiena

Dettagli
Umberto Veruda (Trieste 1868 – 1904)
Nudo di schiena
1901-1904
Tecnica: olio su tela
Data acquisizione: 1932
Provenienza: Livia Veneziani Svevo, Trieste
Inventario: 2221
Dimensioni
Altezza: 182
Larghezza: 95

Nudo di schiena

Descrizione

Questo monumentale nudo di donna allo specchio fu la grande rivelazione della retrospettiva allestita a Trieste in seguito alla morte di Veruda, nel 1904. In un articolo non firmato su “Il Piccolo”, Silvio Benco, che fu uno degli organizzatori più convinti della mostra, parla entusiasticamente del quadro scoperto dopo la morte dell’artista: «Ecco quel formidabile studio di nudo, nel quale il Veruda è veramente un impressionista moderno nel più lato senso della parola, avendo ormai stabilito le relazioni reciproche di tutti i colori d’una tavolozza audacissima, in modo che ogni tratto abbia valore di luce e non esista più l’ingombro greve e opaco di materia morta che anticamente si chiamava l’ombra». Anche il recensore de “Il Lavoratore” ( che valorizza in particolare i pezzi già allora presenti o in seguito entrati nella raccolta di Italo Svevo) lo cita tra i lavori migliori della mostra (“v’è la cruda realtà: il grande nudo di donna visto di schiena!”) e cerca di indirizzare gli acquisti del Museo Revoltella verso quel Nudo, “perchè difficilmente vendibile a privati, più adatto al detto museo”. Il Curatorio del Revoltella, proprio in quei giorni impegnato nell’acquisto di Fondamenta a Burano dello stesso autore (vd. scheda), preferì assicurarsi il ritratto fatto a Veruda da Max Liebermann. Il Nudo rimase nella collezione dell’ingegner Veruda per passare quindi, con lo studio di nudo per Susanna e un altro nudo femminile, nella raccolta di Italo Svevo, affezionato cultore della memoria dell’amico. Nel 1932, quando venne inaugurato nel Giardino Pubblico di Trieste il busto di Veruda eseguito da Giovanni Mayer a pochi passi da quello di Svevo, Livia Veneziani, vedova dello scrittore, donò al Museo Revoltella il presente Nudo di schiena e il nudo intitolato Abbandono. Per la sua modernità di fattura il Nudo di schiena ha continuato a figurare negli allestimenti della galleria e in varie mostre. Ma la fortuna dell’opera risale alla sua scoperta: le parole che Benco le dedicò nel 1907, in un momento in cui il critico era particolarmente attento al fenomeno impressionista («l’ispirazione di lui forse più mirabile, il grande studio di donna ignuda, cui su le carni ebro della molteplicità di colore che la sua luce contiene, questo studio vigoroso di linea e rigoglioso per la sfolgorante pienezza degli accordi cromatici»), sottolineano lo sperimentalismo tecnico del quadro e l’evoluzione dell’estrema ricerca di Veruda in senso post-impressionista.
L’opera, non firmata né datata, una sorta di esercizio privato dell’artista, dovrebbe risalire agli ultimi anni di attività di Veruda ed essere legata ai numerosi studi di nudo eseguiti in una delle tante libere accademie di Parigi.
Oltre al dipinto in esame ed all’Autoritratto (vd. scheda), di Umberto Veruda il Museo Revoltella possiede più di una trentina di dipinti e circa una ventina di disegni, per lo più provenienti dal lascito Socrate Stavropulos (1966). Tra i dipinti si ricordano, Garanghelo, 1892, olio su tela, 178×138 cm, inv. 698; Conversazione interessante, 1889, olio su tela, 109×85 cm, inv. 2304; Fondamenta a Burano, 1904, olio su tela, 184,5×99 cm, inv. 179; Funerale di una monaca, 1889, olio su tela, 160×129 cm, inv. 2154; Abbandono [1901-04], olio su tela, 115×76 cm, inv. 2222, nonché i ritratti degli amici artisti: Il pittore Arturo Fittke [1896-97], olio su tela, 54×39 cm, inv. 2233; Il pittore Crotti [1892 ca.], olio su tavola, 29×20 cm, inv. 237; Il pittore Giuseppe Barison [1896-97], olio su tela, 70×52 cm, inv. 2235; Il pittore Guido Grimani [1892 ca.], olio su tela, 57×37 cm, inv. 2234; Il pittore Fragiacomo [1890 ca.], olio su tela, 71×46 cm, inv. 2285; Lo scultore Mayer [1901 ca.], olio su tela, 115×90 cm, inv. 2862; Ritratto di Flumiani [1900 ca.], olio su tela, 55×43 cm, inv. 4543; Ritratto di Zangrando [1890 ca.], olio su tela, 66×47 cm, inv. 4545; ed un ulteriore Ritratto di Grimani [1896-97] (a mezza figura), olio su tela, 100×56 cm, inv. 4546. E poi ancora il Ritratto del dottor P. D’Osmo, 1894, olio su tela, 160×110 cm, inv. 2227; Ritratto di Carlo Beniamino Marina, 1895, olio su tela, 166×105 cm, inv. 4076; Ritratto di Vittoria Vismara Cambiagio, 1895, olio su tela, 156×106 cm, inv. 4848/2; Ritratto di Anita Roncaldier a tre anni, 1893, olio su tela, 52×41 cm, inv. 4635; Ritratto di Carlo Piacezzi. 1889, olio su tela, 145×125 cm, inv. 540; Ritratto di Giacomo Campagnano, 1907, olio su tela, 206×108 cm, inv. 466; Ritratto di Giuseppe Mandel, 1895, olio su tela, 165×100 cm, inv. 4604; Ritratto di Marco Terni, 1893, olio su tela, 215×110 cm, inv. 474; Ritratto di Giuseppina Greenham, 1890, olio su tela, 136×100 cm, inv. 543; Ritratto di Guglielmo Greenham, 1890, olio su tela, 136×100 cm, inv. 542. Sono frutto di due donazione recenti, infine, un Ritratto di donna, olio su tela, 29×15 cm, inv. 5224 e Ritratto di ragazza (Angiolina?), 1893, olio su tela, 65×49 cm, inv. 5239.

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