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Dal 2011-12-21 al 2012-01-29
Sabino Coloni (Trieste, 1931-1975). Autodidatta, dimenticato o quasi (ma non dagli specialisti ed amatori d'arte), è stato recentemente "oggetto/soggetto" di una interessante tesi di laurea. Viene oggi riproposto per iniziativa del Comune di Muggia all'attenzione di un pubblico scelto, sensibile a messaggi non solo "di moda" nell'arte contemporanea.
Nella ricerca che gli è propria, Coloni muove, nei primi anni del secondo dopoguerra, da un neorealismo semplificato nelle forme, per approdare al figurativo delle tematiche sociali: pescatori e contadini, operai e donne del Carso. Un neocubismo che lo accomuna a molti di quegli anni, basti pensare a Zigaina o a Nino Perizi. Cesti, falcetti e reti diventano icone e simboli che presto (anni '60), vanno a sintetizzarsi in reticoli ed intrecci sempre più liberi, fino a perdersi nella spontaneità dell'informale.
Non c'è solo questo nella sua ricerca. C'è l'esperienza del muralismo, della grafia convulsa di incubi surreali che trasformano temi ecologici in ben altro, dei ritratti intensi del movimento operaio triestino e, non ultime, le sculture in ferro, inquietanti nella loro plastica sofferta.
Il Museo Revoltella si collega all’iniziativa esponendo un nucleo di opere rappresentative della produzione dell’artista.