Sala introduttiva
La prima sala dell’esposizione contiene cenni introduttivi sull’origine del museo e sulla formazione della collezioni.
Vi si trovano, infatti, alcune vedute di Trieste risalenti agli anni 1850-60, cioè al periodo della massima ascesa di Pasquale Revoltella e della costruzione del palazzo (litografie e acquerelli di Alberto Rieger).
Oltre alle vedute, sono esposti, invece il ritratto in gesso di Pasquale Revoltella di Pietro Magni, l’Autoritratto di Augusto Tominz (primo Conservatore del Museo Revoltella) e le sette tempere di Alberto Rieger dedicate a Pasquale Revoltella con la raffigurazione dei luoghi e degli edifici direttamente collegati al barone (Palazzo Revoltella, lo Stabilimento tecnico triestino, il cantiere di San Rocco, la chiesetta di San Pasquale Baylon, ecc…)
Atrio e piano terra
L’elemento di maggiore spicco, all’interno di palazzo Revoltella, è costituito dallo scalone elicoidale che collega i tre piani, nobilitato dalla presenza dei due gruppi marmorei firmati dal milanese Pietro Magni (1817-1877), la Fontana della Ninfa Aurisina (1858) e il Taglio dell’istmo di Suez (1863). Il primo, che si trova ai piedi dello scalone, è la rappresentazione allegorica della costruzione del secondo acquedotto di Trieste, un’ impresa tecnologicamente molto avanzata realizzata attorno alla metà del secolo.
La figura femminile seduta sulla sponda del mare impersona la città di Trieste che riceve l’acqua dalle mani di una ninfa appena uscita alla luce dalle grotte carsiche di Aurisina, mentre due putti, che rappresentano gli operai e marinai, si dissetano ai suoi piedi. La scena si svolge nel cavo di una conchiglia che allude al mare.
Di fronte alla scala si aprono le sale del piano terra, dedicate al primo Ottocento. Vi sono esposte opere appartenute alla collezione del fondatore assieme a dipinti e sculture acquisiti nel tempo dal museo.
Nelle prime due salette sono stati collocati alcuni pezzi di scultura d’epoca neoclassica (un bozzetto di Antonio Canova, Napoleone come Marte pacificatore, il Busto di Napoleone di J.J. Houdon e il Ritratto di Felice Baciocchi di Lorenzo Bartolini) assieme a paesaggi e bozzetti scenografici di Giuseppe Bernardino Bison e paesaggi fantastici di Lorenzo Scarabellotto.
La sala centrale originariamente era occupata da un biliardo, ora perduto. Alle pareti quadri storici commissionati da Revoltella ad artisti triestini (Cesare Dell’Acqua, Augusto Tominz, Francesco Beda). Di Cesare Dell’Acqua (1821-1905) vanno segnalati i due dipinti che rappresentano gli episodi più importanti della storia di Trieste: La dedizione di Trieste all’Austria nel 1382 e La proclamazione del Porto Franco nel 1719.
Si è perfettamente conservata, nella saletta d’angolo, solo la bella biblioteca totalmente rivestita di scaffali in legno finemente intagliati (degni di nota i ritratti di letterati e filosofi posti sulla sommità) in cui sono ospitati volumi di notevole pregio e ricordi di viaggio, specialmente del lungo viaggio compiuto da Revoltella in Egitto nel 1861. Da questa, attraverso una finta libreria che nasconde una porta, si accedeva al vano absidato (ora occupato dalle sculture di cui si è detto) che in origine era la stanza da bagno.
Proseguendo dal lato opposto della sala centrale, si incontra il più grande ritrattista della Trieste neoclassica, Giuseppe Tominz (1790-1866) con un nucleo di opere che bene rappresentano la sua vasta produzione di ritratti individuali e di gruppo, molto ammirati e ricercati dalla ricca borghesia cittadina. La sezione si conclude con una sala dedicata a vedute di Venezia (Angelo Inganni, Ippolito Caffi, Giuseppe Bernardino Bison) e di Milano (Carlo Canella e Giuseppe Migliara) del primo Ottocento.