Gli artisti del secondo Novecento
Nell’ultima sala del percorso museale, che con le sue vetrate panoramiche sulla città e sul mare e l’illuminazione dall’alto, costituisce uno dei punti di maggiore attrattività del progetto di Carlo Scarpa, sono raccolte alcune delle opere più rappresentative della sezione dedicata al secondo Novecento italiano.
Quasi tutti i pezzi esposti sono stati acquistati alle Biennali dal 1948 al 1968, continuando una tradizione iniziata con la nascita dell’esposizione veneziana. In questo modo il Museo Revoltella ha potuto aggiornare la sua raccolta inserendo autori che dal dopoguerra in poi andavano emergendo sulla scena artistica italiana.
Tra gli autori ancora legati alla figurazione si devono citare Giuseppe Zigaina, che s’inserisce nel filone del realismo con un tema legato alla sua terra come quello dei Braccianti friulani (1952), Renato Guttuso presente con un Nudo del 1959 e Fausto Pirandello, invece, (Matinée, 1952) risente della lezione cubista, mediata dagli influssi della Scuola romana, mentre Bruno Saetti (Madre stanca, 1952) e Domenico Cantatore (Ritratto, 1952), mostrano altre due maniere di superare il Novecentismo tradizionalista, il primo con un’opera caratterizzata da finissimi cromatismi e il secondo rievocando ritmi lineari di matrice modiglianesca. Ben rappresentato è anche il gruppo dei pittori aderenti al “gruppo degli Otto” astratto-concreti (Afro, Corpora, Moreni, Santomaso, Morlotti, Vedova, Birolli e Turcato) presentati alla Biennale di Venezia del 1952 dal critico Lionello Venturi. Di questi artisti il Museo Revoltella possiede opere di notevole interesse, esclusi Birolli e Turcato che non figurano nella raccolta. Alla corrente Informale, invece, che coincide con il definitivo superamento dell’idea tradizionale di pittura, si possono ricondurre le opere di Scanavino (Appeso, 1959), Capogrossi (Superficie 322, 1959) e Burri (Plastica, 1956), mentre lo spazialismo è documentato dalla presenza di Lucio Fontana (Attese, 1968) e Mario De Luigi (Spazio-luce 28).
Numerosissime le sculture con nomi di notevole interesse come Arnaldo Pomodoro (Sfera n. 4), Augusto Perez (L’Ala,1959), Quinto Ghermandi (l’Uomo con maschera, 1960), Agenore Fabbri (l’Uccello atomizzato, 1960), Alberto Viani (la Cariatide,1952, nelle due versioni in gesso e in marmo nero) e le opere dei fratelli Dino e Mirko Basaldella.
Tra le opere più importanti dell’intera raccolta novecentesca, Bambino con l’anatra (1947) di Giacomo Manzù, Il ritratto di Carlo Carrà (1946) di Marino Marini e il Ritratto (1952) in terracotta di Emilio Greco. Nella sala si trovano anche Composizione (1969 circa) di Carmelo Cappello, Galassia (1968) di Alfio Castelli e Frutto oggetto scultura (1967) di Gino Bogoni. Tra le opere di artisti locali ricordiamo il magnifico Leopardo (1951 circa) di Tristano Alberti, le Nuotatrici di Oreste Dequel, il fantastico Gallo (1955) di Giuseppe Negrisin e l’opera BaroKo (1972) di Bruno Chersicla.