A cura di Sergio Vatta
Dal 2011-07-15 al 2011-10-09
Sotto il segno di Bruno Sanguinetti, Umberto Saba, Eugenio Montale. Questa mostra, promossa dalla Biblioteca Statale Isontina, ideata e realizzata da Sergio Vatta intende omaggiare la figura di Vittorio Bolaffio. Dopo le esposizioni goriziane del 1975 e del 1999 (quest’ultima incentrata soprattutto sul lascito di Antonio Morassi) e a seguito della pubblicazione dell’articolo Vittorio Bolaffio. Nuovi contributi, apparso nel volume 103-104 di «Studi Goriziani» del 2009, ed in contemporanea con la monografia Vittorio Bolaffio di Daniele D’Anza del 2010, il curatore ha portato a termine una nuova linea di ricerca incentrata sul Polittico del porto di Trieste. In questo itinerario di vita e di studio non si poteva non considerare quella che si pone come la più rilevante, per numero e qualità, collezione di disegni bolaffiani in mano privata. Per la prima volta in assoluto, è possibile ammirare una selezione fra i 337 disegni della collezione di Bruno Sanguinetti (1909-1950). Il nome di Bruno Sanguinetti, figlio del proprietario dell’Arrigoni, e marito di Teresa Mattei, deputata e segretaria della Costituente, è legato in modo indissolubile ai grandi nomi della cultura politica del tempo quali Aldo Natoli, Lucio Lombardo Radice, Pietro Ingrao, Pietro Amendola e a celebri esponenti della cultura letteraria quali Umberto Saba, Eugenio Montale, Mario Luzi, Natalia Ginzburg, Carlo Levi, Ottavio Cecchi, Vittore Branca. All’interno di questo clima etico e intellettuale i disegni di Bolaffio furono protetti e salvati. Nella prima sezione del percorso espositivo è documentato l’universo letterario ed artistico del quale Bolaffio si alimentò. Sono esposte una selezionata raccolta bibliografica contenente cataloghi di mostre e d’arte, monografie, rare immagini fotografiche dello Studio Kilophot di Vienna oltre a prime edizioni di scrittori, in particolar modo Virgilio Giotti (con una inedita poesia presente nei taccuini di Bolaffio) e Umberto Saba. La mostra prosegue con i bozzetti e i dipinti che documentano le fasi evolutive del grande ciclo decorativo del Polittico del porto di Trieste, di cui sono infatti presenti gli schizzi, i ripensamenti, le varianti che saranno trasferite dal disegno a diversi quadri quali Il timone, Manovali (Marina con uomo), Uomo con pala (Il manovale), Il trittico del porto e due versioni di Scena di porto che compongono tale ciclo fondamentale nella poetica del Bolaffio. Una piccola primizia sarà l’esposizione delle stampe fotografiche originali, realizzate poco prima della morte dell’artista dall’amico pittore Santo Lucas, che sono state recentemente individuate ma soprattutto, cosa mai fatta fin’ora, la ricostruzione virtuale a colori, in tre metri per settanta centimetri, di cosa sarebbe stato il Polittico del porto se Bolaffio non fosse morto. L’allestimento triestino è arricchito notevolmente dai disegni e dai dipinti custoditi dal Civico Museo Revoltella che completano quasi integralmente le opere di soggetto portuale e marinaro realizzate dall’artista. Le altre opere esposte provengono prevalentemente da Gianfranco Sanguinetti e da altri collezionisti privati che hanno aderito con entusiasmo ad un progetto così ambizioso e serio. Il percorso della mostra presenta inoltre due sezioni dedicate a Bruno Sanguinetti collezionista di Bolaffio e al sodalizio artistico tra lo scultore triestino Ruggero Rovan e il pittore goriziano. L’esposizione si conclude con un settore dedicata alle altre opere dell’artista conservate nella Galleria triestina che offrono al visitatore una preziosa occasione per ammirare alcuni tra i suoi migliori ritratti.
BIOGRAFIA – Vittorio Bolaffio nasce a Gorizia il 3 giugno 1883. Suo padre, Amadio Bolaffio, era un affermato commerciante di vini e proprietario terriero, la madre Pia Gentilomo era triestina. Fin da bambino rivela una natura gentile, generosa e sognatrice. Dopo aver assolto gli studi liceali e aver iniziato la pratica pittorica nella sua città natale prosegue gli studi artistici presso la Libera Scuola di Nudo guidata da Giovanni Fattori presso l’Accademia fiorentina di Belle Arti. Frequenta i suoi corsi dal 1901 al 1902 e in questo periodo conosce Amedeo Modigliani, allievo del maestro livornese. Rientrato a Gorizia continua a dipingere ed inizia ad avere contatti saltuari con l’ambiente artistico triestino. Nel 1907 viene ammesso nel Circolo Artistico di Trieste e comincia ad esporre qualche suo lavoro in città. Nel 1909 registra la sua residenza a Trieste. Nel 1910 decide di trasferirsi aParigi dove incontra di nuovo Modigliani, e in quell’anno vissuto nella capitale francese inizia a maturare la suamaniera pittorica e a emanciparsi stilisticamente. Nel 1912 s’imbarca su un piroscafo del Lloyd Austriaco in rotta per l’estremo Oriente dove compie una delle esperienze esistenziali più importanti della sua vita. Anche la sua tavolozza s’illumina di una intensa luce meridiana che non lo abbandonerà più. Nel 1913 partecipa a una importante mostra nazionale a Napoli ottenendo buone recensioni sia sulla stampa locale che nazionale. Partecipa a varie esposizioni alla Permanente triestina fino allo scoppio del primo conflitto mondiale, quando viene arruolato nelle file dell’esercito asburgico. Al termine del conflitto ritorna a Trieste e per alcuni anni la sua produzione si fa piuttosto intensa: in questo periodo dipinge molti ritratti. A partire dal 1919 inizia a elaborare in modo organico il progetto del Polittico del porto. Durante gli anni Venti partecipa a varie esposizioni a Trieste e a Gorizia ed è proprio nella sua città natale che gli viene dedicata la sua prima mostra personale, nel 1924, in occasione della I Esposizione Goriziana di Belle Arti. Frequenta gli scrittori e i poeti triestini e in qualche misura anche alcuni artisti, legandosi in fraterna amicizia soprattutto con Virgilio Giotti, Giani Stuparich, Umberto Saba e lo scultore Ruggero Rovan. Nel 1928, in occasione della II Esposizione sindacale triestina, espone per la prima volta un dipinto appartenente al ciclo del Polittico del porto dal titolo Manovali. L’anno successivo espone Nave sotto carico alla Galleria Michelazzi di Trieste. Negli ultimi anni di vita si dedica quasi esclusivamente al progetto del Polittico finché le forze lo abbandonano a causa di una grave malattia. Si spegne a Trieste il 26 dicembre 1931, assistito dall’amico pittore Santo Lucas, che cura la riproduzione fotografica dei suoi dipinti.
Museo Revoltella, via Diaz 27 – Trieste – 040 6754350
Orari di visita : ogni giorno dalle 10 alle 19 – martedì chiuso
Biglietti: intero 6,50 euro; ridotto 4,50 euro