150 anni dalla nascita, la città di Trieste è orgogliosa di ospitare la prima grande mostra retrospettiva su Leopoldo Metlicovitz, cartellonista, illustratore e pittore triestino la cui fama è legata alla lunga e proficua collaborazione con le Officine Grafiche Ricordi di Milano.
Maestro e collega del concittadino Marcello Dudovich, cui quindici anni fa Trieste dedicò una grande rassegna al Museo Revoltella, Metlicovitz è oggi protagonista di una rilevante esposizione che illumina per intero la sua figura a lungo dimenticata, ma indubbiamente fondamentale nell’ambito della grafica pubblicitaria del primo Novecento italiano.
La mostra viene allestita in una doppia sede, coinvolgendo due importanti musei civici, il Museo Revoltella e il Museo Teatrale “Carlo Schmidl” e verrà trasferita nella prossima primavera a Treviso presso il Museo Nazionale Collezione Salce, principale prestatore e partner dell’iniziativa.
Una grande operazione culturale, quindi, che è il frutto della proficua collaborazione tra il Comune di Trieste-Servizio Musei e Biblioteche e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali-Polo Museale del Veneto e gode del contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, in una felice sinergia fra Amministrazione centrale ed Enti pubblici territoriali.
Giorgio Rossi
Assessore alla Cultura
Comune di Trieste
Il Polo Museale del Veneto con il Museo Nazionale Collezione Salce, in collaborazione con il Comune di Trieste, il Civico Museo Revoltella e il Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl”, rende omaggio a Leopoldo Metlicovitz con una grande esposizione che vede la prima tappa nella città natale dell’artista per poi trasferirsi a Treviso, dove ha sede il Museo Salce.
L’esigenza di attrarre l’attenzione del pubblico su questo o su quel prodotto ha sollecitato gli artisti impegnati nella grafica pubblicitaria a progettare immagini che, tramite l’eleganza del disegno, l’impatto del colore, l’espressione dei sentimenti, la forza iconografica, risultassero penetranti e persuasive nell’immaginario collettivo. Le venature più intime e individuali di un artista vengono a scoprirsi nel confronto a viso aperto con lo spettatore ed è questo uno degli elementi più interessanti dell’arte della pubblicità. Metlicovitz fu un maestro in questo ambito della produzione artistica. A distanza di oltre un secolo alcune sue opere costituiscono ancora delle vere e proprie “icone”: penso ai manifesti per la Turandot e per Madama Butterfly realizzati per le Officine d’Arti Grafiche Ricordi, la storica casa editrice musicale con cui Metlicovitz lavorò. Il “riuso” di quelle immagini, anche al solo scopo di ornamento – di una stanza, di una scatola, di un segnalibro –, testimonia la loro incisività, in altra epoca e in altro modo. Così leggiadre e al tempo stesso così dense di significato e capaci sempre di commuovere.
Daniele Ferrara
Direttore del Polo Museale del Veneto
Pioniere dell’arte del manifesto in Italia, ma anche illustratore e pittore, Metlicovitz nasce a Trieste, pur trascorrendo buona parte della sua esistenza altrove. A Milano, soprattutto, dove è protagonista, assieme al più giovane concittadino Marcello Dudovich, della felicissima stagione creativa delle Officine Grafiche Ricordi. Per la Ricordi Metlicovitz inventa un considerevole numero di affiches pubblicitarie, alcune delle quali ancora indelebili nell’immaginario collettivo, benché il nome del loro autore sia oggi pressoché sconosciuto al grande pubblico.
Questa mostra e questo catalogo rappresentano pertanto il primo importante tributo mai dedicato a Metlicovitz, una sorta di regalo – o, se vogliamo, un risarcimento – nella ricorrenza dei 150 anni dalla nascita, con l’intento di illustrare l’intero arco della sua produzione e di fare il punto sullo stato attuale degli studi a lui riferiti.
La rassegna, curata dallo scrittore e storico dell’arte Roberto Curci, presenta al pubblico oltre settanta manifesti (fra cui alcuni di formato gigante), provenienti quasi tutti dal Museo Nazionale Collezione Salce di Treviso, e una significativa campionatura dell’attività di Metlicovitz come illustratore e pittore, giunta in prestito dalle collezioni civiche triestine e da numerose raccolte private.